Notizia su Lucio Mastronardi , in "Il Menabò", n.1, giugno 1959, Einaudi editore; pagine 101-103 .
Letture, Il calzolaio di Vigevano , in il "Corriere della Sera", 31 luglio 1959 (ora in Eugenio Montale, Il secondo mestiere, a cura di Giorgio Zampa, Mondadori, Milano, 1996, 2 voll. Pagg. 2199-2202).
Il maestro "arrabbiato" , (oc. Lucio Mastronardi, docente elementare e romanziere schietto; s.t. Il mondo dei suoi racconti è Vigevano, una cittadina vera e nello stesso tempo trasfigurata - La realtà vista con occhio ironico e irridente - E' una rivolta amara, priva di furia o di violenza, contro una società limitata e a volte meschina - Irresistibile comicità di certi episodi: la gara fra i sindacati, il cenacolo pedagogico, la conferenza sull'arte di ben parlare), in "La Stampa", 6 giugno 1962.
Grottesco di Lucio Mastronardi , in "Mondo Nuovo", 22 luglio 1962.
Un meridionale a Vigevano , (oc. Il nuovo romanzo di Lucio Mastronardi), in "L'Unità", 26 gennaio 1964.
Indigeni e terroni in quel di Vigevano , (oc. L'ultimo Mastronardi), in "L'Espresso", 16 febbraio 1964 di Paolo Milano.
A casa tua ridono , (oc. Chiediamo a Lucio Mastronardi perché; s.t. La ricerca di un tempo narrativo diverso, la condizione operaia nella provincia industriale, l'umile che diventa sfruttatore di umili: i temi del nuovo romanzo (dimesso, ma ambizioso) discussi dal "maestro di Vigevano"), in "Il Giorno", 11 agosto 1971.
Chi ha paura di Mastronardi? , (oc. Il maestro di Vigevano), in "Corriere d'Informazione", 19 aprile 1975.
Il maestro, il calzolaio e il meridionale. Tutti i provinciali di Lucio Mastronardi, Intervista a Stefano Giannini di Luca Meneghel, 26 luglio 2009.
RASSEGNA STAMPA
Elio Vittorini
Verso la fine di gennaio del 1956 ricevevo la seguente lettera da una città della piana lombarda [...].
Nato a Vigevano il 28 giugno 1930 Lucio Mastronardi è cresciuto in ambiente piccolo borghese ma in un caseggiato abitato da operai e artigiani. Sua madre è lombarda, vigevanese.
Il padre invece è nato abruzzese, di vicino Vasto, ora ispettore scolastico in pensione, ma fin dal 1921 in pensione, per via del fascismo. Ha la casa piena di libri, questo padre, anche di opere rare, e guai in famiglia a chi glieli tocca.
Però voleva che il figlio Lucio, quando l'ebbe, gli venisse istruito, e fu molto amareggiato di vedere ch'egli invece studiava male tanto da dover abbandonare il ginnasio e buttarsi alle magistrali. La madre è maestra, con quaranta e più anni di servizio, e ora, ma da poco, anche lei in pensione. Lucio Mastronardi ne continua la carriera. Insegna in una terza elementare.
Ma prima ha avuto anni da basso medioevo. Preso il diploma non subito ebbe il posto, e insegnò per un paio d'anni nelle prigioni, quindi in campagna, quindi nelle scuole serali. Pochi giorni dopo aver ricevuto la sua prima lettera io gli davo appuntamento per un incontro.
Lessi i suoi racconti: piccole storie coniugali, contrasti di interesse, gazzarre di fascisti e feste del 25 aprile. Ma mi interessavano di più le sue lettere. Diceva, in una ancora del '56: [...] Su queste lettere cominciò, tra il '56 e '57, a nascere il romanzo che, di revisione in revisione, è diventato quello che qui gli pubblicahiamo. A proposito della sua ultima revisione, nel marzo 1958, egli mi scriveva: [...] In data 23 gennaio 1959, manifestandomi la sua gioia per la notizia della prossima pubblicazione del suo romanzo in questa sede, mi dice che ha cominciato a scrivere qualcosa d'altro.